Hanno vinto con leggerezza, come chi ha imparato a fidarsi del vento. Francesco e Tommaso Marcaccini hanno guidato Birba 3, l’IY 9.98 che sembra disegnata per scivolare al limite tra ambizione e divertimento, alla conquista del Gavitello d’Argento, regata a squadre dallo spirito antico, in tandem con Spirit of Nerina di Federico Borromeo.
Il vessillo dello Yacht Club Punta Ala, più che issato, è stato portato in alto da una squadra compatta come un nodo ben fatto: Paolo Pieri Nerli, Andrea Servadei, Matteo Cattaneo, Elio Datteri, Lorenzo Di Blasi, e naturalmente i Marcaccini, con Luca Vitale a completare il puzzle di un equipaggio che ha già fatto scintille nella 151 Winter Series.
La regata, va detto, non si è fatta mancare nulla: vento tra i 6 e i 30 nodi, mare formato, una pioggia insistente come il promemoria di un’estate che ancora non osa. “Sono state giornate splendide, anche nei momenti più duri,” racconta Francesco, che della barca parla come di una creatura capricciosa ma affascinante. “Abbiamo avuto il nostro da fare, soprattutto quando il gennaker ha deciso di danzare. Ma siamo rimasti in piedi, e la barca ci ha ricompensato.”
Visti l’esperienza e il risultato, pensate in futuro all’ Admiral’s Cup? “No, no, troppo presto. La barca è veloce anche nella nostra versione Club, ma dobbiamo ancora imparare a tirare fuori tutto il potenziale e soprattutto comprendere come mantenere sempre le performance al top. Il bello è proprio quello.”
Il verdetto, intanto, parla chiaro: il Trofeo Challenge Bruno Calandriello è loro, come pure un elegante secondo posto nel Campionato Nazionale Alto Tirreno. Non male, per una Birba che, a dispetto del nome, fa sul serio.




